Canoviana2012

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martedì 13 dicembre 2016

NEVE VENEZIANA


è quasi inverno 

Giuseppe Borsato, Venezia sotto la neve, Trieste, Musei Civici
da Lo splendore di Venezia , Cat. 2016

dalle finestre della mia casa si vede 
SOLO NEBBIA
un bianco che ricorda la 
NEVE
che a Venezia 
si vede poco, ma c'è,
come ricordava
Giuseppe Borsato
un paio di secoli fa.

martedì 22 novembre 2016

Le due facce della Notte

Non ricordo la prima volta in cui l'ho visto.
Non so quale sia la prima opera di Michelangelo in cui io mi sia imbattuta. Forse l'Angelo dell'Arca di San Domenico a Bologna? Oppure il David nella fiorentina Piazza della Signoria, camminando mano nella mano con Nonna? O forse la Tomba di Giulio II a Roma, nella chiesa di San Pietro in Vincoli?
Se cerco nei meandri della memoria, non trovo una immagine nitida, ma pezzi di statue, dettagli di dipinti e poco più...un mash up di ricordi che si riuniscono e confondono con anni di studio.

Michelangelo Buonarroti, Angelo Reggicandelabro, 1494

Bologna, Basilica di San Domenico, 
Arca di San Domenico


Cristallino, però, è il ricordo di un piovoso pomeriggio in libreria. Ero in quell'età in cui, se sei un avido lettore, punti all'inconsueto al limite del desueto.. e mi imbattei in un'Antologia di Michelangelo. 

Michelangelo Buonarroti, Sonetto, 
1510 circa
fonte 
it.wikipedia.org

A 14 anni sapevo cosa fosse un'antologia e mi sembrava stridesse veramente tanto con l'idea che io avevo di Michelangelo, cioè un potente scultore e un luminoso pittore. La curiosità iniziò a divorarmi immediatamente.
Penso di non aver pensato più di 30 secondi se prendere il libro, o lasciarlo lì. Certo è che pochi minuti dopo camminavo a passo svelto, con il mio bottino sotto braccio ...non mi direte mica che voi girate coi libri nei sacchetti? Che sia un acquisto, o un trasporto io non resisto: devo averlo tra le mani, per sfogliarlo camminando.
Quei versi non li ho letti, li ho divorati.
Non li ho capiti tutti subito, per alcuni è bastata l'esperienza, per altri lo studio. 
Così, talvolta mi tornano in mente. 
E stasera, sfogliando quel libro che mi accompagna da tanti anni, mi son imbattuta in questo:

O notte, o dolce tempo, benché nero, 
con pace ogn’ opra sempr’ al fin assalta; 
ben vede e ben intende chi t’esalta, 
e chi t’onor’ ha l’intelletto intero.
Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero; 
ché l’umid’ ombra ogni quiet’ appalta, 
e dall’infima parte alla più alta 
in sogno spesso porti, ov’ire spero.
O ombra del morir, per cui si ferma 
ogni miseria a l’alma, al cor nemica, 
ultimo delli afflitti e buon rimedio;
tu rendi sana nostra carn’ inferma,
rasciughi i pianti e posi ogni fatica,
e furi a chi ben vive ogn’ira e tedio. *
L'altra faccia (della medaglia), le parole con cui forse Michelangelo pensava la Notte scolpita, tanto diversa, ma così vicina da quella realizzata per la Sagrestia Nuova in San Lorenzo a Firenze.


Michelangelo Buonarroti, Notte, 1526-1531
Firenze,
Chiesa di San Lorenzo, Sagrestia Nuova, 
Tomba di Giuliano de'Medici



* Michelangelo, Rime, Milano 1998, pp.190-191

domenica 20 novembre 2016

A VOLTE RITORNANO

Rimandare è una delle cose che mi riesce meglio.
Per certe scadenze sono bravissima, arrivo giusta e puntuale, ordinata e riposata. 
Per molte sono sempre di corsa, sopraffatta e sfioro al pelo il ritardo.
Per altre, quelle che non impongono vincoli, che non dipendono da nessuno se non da me, arrivo lunga. Rimando per dar la precedenza ad altro, che (in quel momento) mi sembra più importante, dimenticando quelle piccole valvole di sfogo, quegli spazi che mi sono creata per darci un taglio.

Ecco uno di questi, la pagina che state leggendo. O che non state leggendo.
Perché quello che mi piace di questo mio NON blog è che è aperto a tutti, ma non interessa a nessuno.
Ho la presunzione di scrivere al mondo, senza però pretendere che questi sia ricettivo.
È una cosa utilissima per l'autostima!!

E oggi, in uno degli inverni più trafelati di sempre, decido di riaprire questa mia piccola finestra sul tutto, per liberare ogni tanto il mio animo delle sciocchezze più latenti. Perché qui non intendo essere intellettuale, né intendo essere professionale, né tantomeno intendo pensare!

Mi accontento di OSSERVARE, NON GUARDARE L'ARTE.

#osservarte è tornato 

con qualche piccola novità, che scopriremo insieme in corso d'opera: non le conosco nemmeno io


IG @catera.pgm